Disfunzioni Mandibolari (ossee, articolari-A.T.M. muscolari) e loro cause

Disfunzioni Mandibolari (ossee, articolari-A.T.M. muscolari) e loro cause

23 Marzo 2010

Finalità prognostica e terapeutica delle Disfunzioni Mandibolari

La finalità prognostica e terapeutica odontoiatrica relativa ad una Disfunzione Mandibolare (ossa mascellari, A.T.M., muscoli masticatori, etc.), riguarda esclusivamente la terapia per la Disfunzione Odontoiatrica-Gnatologica. Tale disfunzione riconosce etiopatogeneticamente (causalmente) quasi sempre delle cause multifattoriali, che pertanto, vanno ricercate anche in altri distretti anatomici e funzionali contigui all’apparato masticatorio, che comunque manifesta dei segni clinici e una sintomatologia (dolori facciali, discinesia e bradicinesia mandibolare (funzione mandibolare irregolare e rallentata), incoordinazione condilo-meniscale delle articolazioni-temporo-mandibolari -A.T.M. con dolori o rumori articolari o Lock (blocco) stabilizzato o non stabilizzato di una delle due articolazioni-temporo-mandibolari, di un grado iniziale o avanzato, in funzione del livello di cronicizzazione e del coinvolgimento della muscolatura stomatognatica (masticatoria). Tale sintomatologia locale o loco-regionale, può essere incrementata o modificata da vari fattori con-causali (multifattorialità), correlati alla postura, alla psiche, alla parafunzioni respiratorie, etc., del Paziente in oggetto. Pertanto, soltanto una contemporanea e coordinata Terapia Multispecialistica, relativa anche alle co-morbilità, da effettuare -ove necessario- su prescrizione dell’Odontoiatra-Gnatologo, ma per iniziativa dei Pazienti presso altre Sedi Specialistiche, potrà garantire dei risultati terapeutici più completi e stabili nel tempo, anche a livello dell’intero Apparato Masticatorio, riducendo così il rischio di future recidive. Una corretta terapia causale, garantirà un maggiore e stabile successo terapeutico, ma essa potrà essere effettuata solo dopo una attenta e mirata diagnosi intercettiva.

Disfunzioni Mandibolari delle A.T.M. e dei Muscoli Masticatori

Le Disfunzioni Mandibolari (A.T.M., Muscoli Masticatori, etc.), riguarda le articolazioni temporo-mandibolari (A.T.M.) dell’apparato masticatorio, le ossa e la muscolatura correlata. Questo è il motivo per cui, per definirla, viene usato il termine disfunzione cranio-mandibolare o semplicemente disfunzione mandibolare, indicando proprio la sede anatomica delle A.T.M., delle ossa mascellari (mascellare superiore e mandibola) e della muscolatura masticatoria (cranio-mandibolare). Tale disfunzione, nonché le potenziali correlazioni anatomiche e funzionali con la base cranica, con il tratto cervicale della colonna vertebrale e con l’osso joide, possono talvolta richiamare tale termine nella definizione e nel suo acronimo. Infatti, il tratto cervicale della colonna vertebrale, può talvolta essere coinvolto causalmente (disfunzione ascendente), coinvolgendo successivamente, in tal caso, anche le A.T.M. e la muscolatura correlata. In altri casi il tratto cervicale della colonna vertebrale può essere coinvolto da una disfunzione inizialmente insorta nel distretto mandibolare (A.T.M. e muscoli masticatori). In tal caso, secondo alcune teorie, quest’ultima viene definita disfunzione discendente”. Talvolta tale diagnosi differenziale è impossibile o ambigua, pertanto si usa la definizione di disfunzione ad etiologia mista e/o ascendente-discendente. In altri Casi Clinici molto avanzati e cronicizzati, definiti come “turba posturale autonoma e cronicizzata”, tale aspetto diagnostico differenziale non è più apprezzabile. Pertanto, in tali casi, i percorsi terapeutici per curare la disfunzione mandibolare (cranio-mandibolare = A.T.M., ossa mascellari e muscolatura mandibolare correlata) e quelli per curare il tratto cervicale e/o i restanti tratti della colonna vertebrale (e di quanto ad essa connesso) e la relativa sintomatologia, devono essere disgiunti ed autonomi. Tale correlazione anatomica e funzionale (postura e disfunzione mandibolare), nonché clinica e sintomatologica, è da molti anni oggetto di numerosi studi clinici e ricerche, che fin ora però non hanno avuto adeguate conferme (vedi anche “4 Disfunzioni Mandibolari e Postura”). Pertanto, a causa dei numerosi fattori etiopatogenetici con-causali extra-stomatognatici, frequentemente intercettati in fase diagnostica presso lo “Studio Audino Gnatologia e Odontoiatria” (cause esterne all’apparato masticatorio, altrimenti definite multifattorialità causali della disfunzione in oggetto), il Paziente dovrà fare valutare (diagnosi) ed eventualmente curare (terapie), ogni altro fattore etiopatogenetico con-causale extra-stomatognatico (come precedentemente già riportato = cause esterne all’apparato masticatorio), presso le altre opportune Sedi Specialistiche (altrui competenza medica-specialistica). Infatti, presso lo “Studio Audino Gnatologia e Odontoiatria” dopo la opportuna diagnosi potrà essere trattata con competenza e professionalità soltanto la patologia-disfunzione dell’apparato masticatorio precedentemente diagnosticata, secondo gli odierni specifici protocolli terapeutici della branca odontoiatrica-gnatologica in oggetto. Inoltre, secondo le attuali “linee guida” è quasi sempre preferibile e talvolta necessario utilizzare delle successive metodiche terapeutiche di finalizzazione (secondo ed autonomo momento terapeutico), graduali, progressive e/o minimamente invasive (biologicamente poco aggressive). Ciò soprattutto nel caso in cui il Paziente non avrà ancora risolto tutte le altre con-causalità (multifattorialità) verosimilmente imputate nella eziopatogenesi della pregressa disfunzione mandibolare, ancorché essa sia stata già curata e risolta con successo per l’aspetto odontoiatrico-gnatologico (stomatognatico = relativo all’apparato masticatorio), ma non ancora negli altri eventuali ambienti specialistici (distretti anatomici e funzionali contigui coinvolti da altre parafunzioni-patologie-disfunzioni, di cui alle note con-causalità e multifattorialità ripetutamente già citate).

Disfunzioni Mandibolari, Ansia e Stress

Se una somatizzazione psicogena da stress, ansia ed emotività iperattiva e/o compulsiva, viene proiettata e scaricata a livello della muscolatura dell’apparato masticatorio, essa può estrinsecarsi mediante un sovraccarico, spesso asimmetrico, che agisce sia sui muscoli masticatori che su quelli extra-stomatognatici, della testa, del rachide cervicale, del cingolo scapolare, etc., potendo generare anche un sovraccarico delle ATM (condilo, menisco, legamenti, capsula, rimodellamento osseo condilare e della cavità articolare etc.), ovvero innescando delle parafunzioni occlusali (bruxismo, serramento, diapnosi, morsicchiatura delle labbra e delle guance, etc.). Infatti, non è raro che i Pazienti con livelli medio-alti o elevati di ansia e stress, somatizzino a livello dell’Apparato Masticatorio proprio l’eccesso di stress, ansia ed emotività iperattiva e/o compulsiva, scaricando le proprie tensioni interne sui muscoli (masseteri, temporali, pterigoidei interni ed esterni, etc.), sulle ossa, sulle ATM e sui denti, che, pertanto, possono andare incontro a vari gradi di abrasione dello smalto dentale. Talvolta, in altri casi, tale somatizzazione può manifestarsi con più gravi effetti sull’apparato cardio-circolatorio, su quello gastro-intestinale, sull’apparato immunitario, etc.

Inoltre, nel caso in cui una proiezione-somatizzazione psicogena, avvenga sull’Apparato Masticatorio e/o su quanto morfo-funzionalmente ad esso contiguo o connesso, in tal caso l’esame intra-orale e quello dei modelli in gesso delle arcate dentali, possono evidenziare la presenza di faccette da usura (abrasioni, erosioni ed usure) dei denti delle due arcate dentali. Tale evidenza patologica è definita “trauma occlusale” e può fare peggiorare una eventuale coesistente malattia parodontale (che riguarda i tessuti di sostegno dei denti, cioè la gengiva, l’osso, i legamenti dentali, etc.), incrementando così anche la medesima disfunzione mandibolare. Ma i segni, sintomi ed i danni biologici, secondari ad una proiezione-somatizzazione psicogena che agisce sul distretto mandibolare, si evidenziano puntualmente anche a livello muscolare ed articolare (ATM) dell’Apparato Stomatognatico (masticatorio). Nel caso in cui non venga risolta tale comorbilità nelle opportune Sedi Specialistiche (somatizzazione psicogena da stress, ansia ed emotività iperattiva e/o compulsiva), anche la stabilità occlusale e l’esito della terapia per la disfunzione mandibolare in oggetto, potranno essere incompleti e temporanei, generando il rischio di eventuali successive recidive patologiche.

Disfunzioni Mandibolari e Postura

Le conclusioni cui si è giunti nei numerosi Congressi A.I.S.P. (Associazione Interdisciplinare di Studio della Postura) svoltisi negli anni “90 del secolo scorso, nonché in esito ad una Consensus Conference avvenuta a Milano nel maggio 1997 tra esperti designati in rappresentanza della Società Italiana di Ortognatodonzia (S.I.D.O.) e dalla Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitazione (S.I.M.F.E.R.), sono controverse. Tali Consensus Conference ha rivalutato la letteratura internazionale più accreditata, confrontarono la validità della ipotesi di correlazione (tesi), tra occlusione e postura, contro quella di assenza di tale correlazione (antitesi),. Tali lavori congressuali furono coordinati dal prof. Sandro Palla, presidente scientifico della E.A.C.D. Consensus, Posture and Occlusion (Milano, May 1st, 2nd, 1997). In sintesi si stabilì che, fino a quel momento non esistevano valide prove scientifiche per legittimare l’esistenza di correlazione, tanto meno di rapporti causa-effetto, tra problematiche posturali, disfunzioni delle A.T.M., della mandibola, della muscolatura correlata e della occlusione dentale, senza tuttavia negare l’importanza e l’interesse della ricerca su tale argomento.

Si affermò con grande chiarezza l’inopportunità di trattamenti sull’occlusione per motivazioni posturali e viceversa. Tali documenti restano ancora oggi i più accreditati e utilizzati dalla comunità clinico-scientifica e forense italiana (citato in controversie medico-legali) su questo argomento (Prof. Riccardo Ciancaglini, Gnatologia Clinica, Masson Editori, 2003).

Inoltre, la correlazione tra le turbe della postura generale-corporea e le problematiche disfunzionali di interesse stomatognatico (dell’apparato masticatorio) e viceversa, è stata studiata ed approfondita negli ultimi decenni, attirando l’attenzione di numerosi altri clinici e ricercatori.

Ma anche tali studi non hanno avuto un significativo riscontro, in assenza di adeguate evidenze scientifiche, costanti e probanti, in relazione ad ipotetiche correlazioni causa-effetto, tra problematiche posturali, disfunzioni delle A.T.M., della mandibola, della muscolatura correlata e della occlusione dentale. Ciò ha successivamente ridotto lo specifico l’interesse sull’argomento, nonchè la frequenza di ulteriori studi e ricerche.

Indubbiamente lo studio scientifico della posturologia, costituisce un argomento importante ma complesso, anche a causa dell’assenza di chiari standard di riferimento, alla numerosità delle variabili coinvolte, ed alla presenza di relazioni non lineari tra i fenomeni causali implicabili. Anche le variabili correlate alle singole disfunzioni mandibolari, quali potenziali fattori causali compensativi della alterata postura corporea, non hanno consentito di pervenire ad alcuna prova certa (Estratto da: Doctor OS-Mensile di Aggiornamento Scientifico e Culturale n°7/2017 pag. 510-517, settembre 2017 -Revisione della letteratura- Tendenza della letteratura internazionale su argomenti del dolore oro-facciale e disfunzioni temporo-mandibolari – Dr. Massimo Ragonesi). Pertanto, come già riportato, le terapie relative alla turba posturale, con caratteristica autonoma e cronicizzata, possono cautelativamente essere effettuate per autonoma iniziativa del Paziente, nelle opportune Sedi Specialistiche, per risolvere esclusivamente i problemi posturali in oggetto. Infatti, ad oggi non esiste scientificamente alcuna prova che metta in correlazione causale la postura con le disfunzioni della mandibola e della occlusione dentale. Nonostante tutto ciò, nel caso in cui dovessero essere prescritti ai Pazienti in altro ambito specialistico delle indagini strumentali, delle terapie farmacologiche e/o non farmacologiche, e/o presidi ortopedici, fisiatrici ed anche oculistici (plantari, tutori, altri dispositivi medici su misura, etc.), e/o altre prestazioni sanitarie, sarà opportuno che tutti i Sanitari che li hanno in cura ne vengano informati.

La salute secondo la O.M.S.

La salute è uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente la assenza di sintomi, disfunzioni, parafunzioni, malattie o di infermità”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) -il più grande ed importante organismo mondiale che si occupa della salute-, molti anni addietro, ha dato questa famosa definizione sulla salute, che è valida ancora oggi, più che mai. Essere un odontoiatra o uno gnatologo, non significa soltanto creare splendidi sorrisi, risolvere ascessi, dolori dentali e gengivali, o curare disfunzioni masticatorie, ma ha a che fare con la definizione appena citata, poiché le bocche e l’intero apparato masticatorio dei Pazienti devono ricalcare -ove possibile, anche con il supporto delle terapie- tutti gli aspetti (fisici, mentali e sociali) della salute di una persona nella sua globalità; anche se ciò non è sempre ottenibile. Per questo motivo, la prevenzione non è solo una parola fine a se stessa, ma è una vera e propria forma mentis. Ma ove una patologia o una disfunzione hanno preso il sopravvento, occorre utilizzare ogni strategia terapeutica, non solo per curarle, ma anche per ridurre, contrastare o annullare ogni fattore causale o con-causale che le ha generate, ovvero per non rischiare una futura recidiva.

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